Rapporto “Anticorruzione nella
UE”: l’Italia è
ancora in alto mare
Il
costo della corruzione in Europa è stimato in almeno 120 miliardi di euro
all’anno: a dirlo è l’ultimo rapporto su “Anti-corruzione nella UE” stilato
dalla Commissione europea. Suddiviso in 28 capitoli, quanti gli Stati membri
dell’Unione europea, l’indagine si basa anche su una recente ricerca dell’Eurobarometro
che ha interrogato i cittadini europei sulla loro percezione della corruzione.
I dati emersi sono tutt’altro che confortanti: il 76% ritiene che la corruzione
sia molto diffusa nel loro Paese e un europeo su due (56%) è convinto che il
livello di corruzione sia aumentato negli ultimi tre anni.
I
dati relativi al nostro Paese suonano ancora una volta allarmanti: benché
basati soprattutto su indagini già note come quella della Corte dei Conti che
stima in 60 miliardi annui il costo della corruzione in Italia, il giudizio
della UE su Roma è tutt’altro che lusinghiero. Nonostante Parlamento e Governo
abbiano intrapreso nuove recenti iniziative per contrastare la corruzione,
l’efficacia di tali politiche deve ancora essere messa alla prova dei fatti è ancora
del tutto da valutare.
La
relazione, in particolare, considera “piuttosto carente nel suo insieme la
capacità di controllare il fenomeno corruttivo da parte della Pubblica
amministrazione, del Parlamento, del Governo, delle autorità anticorruzione,
dei partiti politici, delle imprese, del difensore civico e dei medi”. A
confermarlo sarebbero anche i dati diffusi dall’Eurobarometro sulla percezione
della corruzione da parte di un campione selezionato di cittadini italiani: per
il 97%, la corruzione sarebbe un fenomeno dilagante nel Paese e 46 italiani su
100 ritengono di subire personalmente gli effetti della corruzione nella loro
vita quotidiana. Inoltre, per l’88% corruzione e raccomandazioni sarebbero il
modo più semplice per accedere a determinati servizi pubblici.
Il
settore dell’impresa, già fortemente minato dalla crisi economica, ha
manifestato lo stesso sconforto nei confronti della diffusione della corruzione
in Italia: il 92% delle aziende che hanno partecipato al sondaggio ritiene che
favoritismi e corruzione impediscono la concorrenza commerciale in Italia
(contro una media UE del 73%), mentre per il 64% le conoscenze politiche sono
considerate l’unico strumento per riuscire negli affari (media UE del 47%).
In
un quadro tratteggiato a tinte fosche, dal quale emergerebbe che il clima di
quasi impunità del quale corrotti e corruttori sembrerebbero benficiare in
Italia, mina di fatto l’efficacia dell’azione penale e l’accertamento nel
merito dei casi di corruzione, il rapporto della Commissione europea si
sofferma su Riparte il futuro, i cui numerosi firmatari hanno chiesto una
normativa efficace contro la corruzione. E grazie ai 378mila che hanno
sottoscritto la petizione di Riparte il futuro, il Parlamento italiano voterà
presto una nuova legge utile a contrastare il voto di scambio politico-mafioso,
problema evidenziato anche dal rapporto della UE.
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