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venerdì 18 ottobre 2013

LA CORRUZIONE NON RISPARMIA LA BELLEZZA. DALLA REGGIA DI VENARIA L'ALLARME RESTAURI


LA CORRUZIONE NON RISPARMIA LA BELLEZZA. DALLA REGGIA DI VENARIA
 L'ALLARME RESTAURI

di Leonardo Ferrante

Le grandi opere pubbliche a causa della crisi non si costruiscono più. Eppure – a patto che siano adeguate, utili, strategiche e correttamente monitorate – rappresenterebbero una grande ricchezza per la crescita del Paese. La situazione economica attuale frena i nuovi cantieri (salvo rari casi) e ci costringe a ragionare su che cosa manchi veramente all’Italia di oggi. 

Il 13 ottobre Renzo Piano, ospite nella trasmissione “Che tempo che fa”, sottolineava l’importanza di tornare a valorizzare l’esistente, anziché costruire nuove opere. Ed è vero: il patrimonio architettonico italiano dovrebbe essere valorizzato al massimo, innovato, riportato in vita e restituito alla collettività. Dovrebbe essere strappato all’abbandono, all’incuria, alla dimenticanza, alla perdita di senso e valore.

L’ultimo scandalo, su ci sta indagando la magistratura, arriva dal Piemonte dove l’inchiesta in piedi dal 2011 per i reati di turbativa d’asta e truffa aggravata per i lavori di restauro della reggia di Venaria Reale e di altri palazzi storici ha portato all’arresto di cinque persone. Tra questi l’ex sovrintendente Francesco Pernice, attualmente direttore del Settore Conservazione dei Beni architettonici e Impianti del Consorzio di valorizzazione e direttore delle Reggia da circa vent’anni. Insieme a lui anche l’ex presidente della Giunta piemontese Ezio Enrietti e altri funzionari e dirigenti coinvolti nelle gare d’appalto.


Il caso locale fa scattare un allarme sull’intera situazione nazionale per cui è necessario alzare il livello di attenzione: anche nel mondo degli appalti per restauri, che possono essere definite “grandi opere minori”, è importante istituire sistemi di monitoraggio che informino in maniera diffusa sui costi, sui sub-contratti, su tempi certi, sulle procedure di aggiudicazione, per permettere a tutti di sapere in che modo vengono spese le risorse pubbliche. Accendere una luce ed essere trasparenti è il primo strumento per prevenire la corruzione e l’illegalità in questo settore.

La corruzione non risparmia il patrimonio artistico nazionale, anzi, come è accaduto nel caso piemontese, trova nell’imponente bellezza che tutto il mondo ci invidia un territorio fragile da contaminare e corrodere.



Fonte: www.riparteilfuturo.it  16 Ottobre 2013


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