MISERIA
LADRA:LA POVERTÀ
CI RUBA I DIRITTI
“Nove
milioni e mezzo di italiani vivono con meno di 506 euro al mese. La povertà
dovrebbe essere dichiarata illegale”: oggi, Giornata Mondiale della lotta
contro la Povertà indetta dall’ONU, risuonano le parole di don Luigi Ciotti a
sostegno della nuova campagna promossa da Libera e Gruppo Abele “Miseria ladra“.
La
mobilitazione, che conta già l’adesione di importanti testimonial come Stefano
Rodotà , Gad Lerner, Guido Viale, Gianni Minà, Cecilia Strada, Luisa
Morgantini, propone dieci punti concreti per affrontare il problema a livello
istituzionale: ricostituzione del fondo sociale per la non autosufficienza,
moratoria dei crediti di Equitalia e bancari per chi è in difficoltà, tagli
alle spese militari, alle grandi opere inutili, rinegoziazione del debito
pubblico, reddito minimo di cittadinanza per sostenere il lavoro, sospensione
degli sfratti esecutivi, distribuzione del patrimonio immobiliare sfitto e
quello requisito alla criminalità per usi sociali ed abitativi, residenza ai
senza fissa dimora per garantirgli l’accesso al servizio sociosanitario.
Tuttavia
aggiunge don Ciotti “non bisogna dimenticare
la povertà immateriale: la povertà di senso, la povertà culturale, la
povertà politica [...] Il risanamento economico non può prescindere da un
profondo rinnovamento etico, da un superamento degli egoismi, dal
riconoscimento dei legami sociali”.
Il
fenomeno, come è evidenziato nel dossier della campagna, sta pericolosamente
aumentando. I dati Istat rivelano che sono ormai 8 milioni e 173mila i
cittadini che vivono in povertà relativa e 3 milioni e 415 mila quelli in
povertà assoluta. Il 32,3% degli under 18 è a rischio povertà e già 723 mila
minorenni vivono in condizione di indigenza. Un impoverimento materiale che va
di pari passo con quello culturale. Mentre i dati della disoccupazione,
specialmente giovanile, continuano a crescere, le famiglie tirano la cinghia e
aumentano i casi di disoccupati e anziani costretti a rubare per mangiare.
D’altro
canto si va rafforzando il controllo dei clan malavitosi su molte attività
economiche in crisi, costrette a “rivolgersi” ai prestiti dei mafiosi, così
come sono in drammatica crescita le aziende che chiudono o che trasferiscono
all’estero i propri stabilimenti. A dominare questo scenario – e collegandosi
al tema di Riparte il futuro, l’altra grande campagna che Libera e Gruppo Abele
stanno conducendo da gennaio 2013 – c’è la corruzione. Un problema divenuto
sistemico che, nella migliore delle ipotesi secondo i calcoli della Corte dei
Conti, ci sottrae annualmente 60 miliardi di euro. Una cifra da capogiro a cui
si sommano costi indiretti impossibili da quantificare.
L’Italia
intera deve affrontare di petto questa emergenza. Cominciando a chiamarla senza
tabu: miseria ladra.
Fonte:www.riparteilfuturo.it 17Ottobre 2013
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