PIANO D'AZIONE UE PER
REPRIMERE CRIMINE ORGANIZZATO, CORRUZIONE E
RICICLAGGIO DI DENARO
«C’è
la condivisione di un testo innovativo. Avremo una cornice europea di
riferimento contro crimine organizzato, corruzione e riciclaggio. Una svolta
epocale nella lotta ai sistemi criminali transnazionali», queste le parole con
cui Salvatore Iacolino, europarlamentare del Ppe e relatore in seduta plenaria
a Strasburgo, ha annunciato l’approvazione di una risoluzione di cruciale
importanza per la lotta contro la criminalità organizzata, la corruzione e il
riciclaggio. Un piano d’azione UE per il periodo 2014-2020 che mira a prendere
delle misure comuni per smantellare le attività criminali e le mafie sul
territorio europeo. Oltre a introdurre una definizione legale per identificare
univocamente queste attività, il piano intende aggredire l’azione mafiosa,
recuperare i patrimoni e spezzare i
patti e le connivenze tra mafie, colletti bianchi, istituzioni, realtà
finanziarie e imprese: in una parola combattere la corruzione come principale
viatico delle mafie.
L’Europa
fa dunque fronte comune sull’importanza di ostacolare quei sistemi criminali
che minacciano la democrazia e frenano la crescita dell’economia e
dell’occupazione. La stessa cosa purtroppo non si può dire per il nostro
Parlamento, dove in questi giorni si è faticato persino a trovare accordo
sull’elezione del Presidente della Commissione antimafia. Eppure si tratta di
un’emergenza di ordine economico, oltre che di ordine istituzionale e sociale:
il costo (ipotetico) delle mafie va dai 4 ai 5 punti di PIL solo per l’UE, a
cui si aggiungono i miliardi perduti in corruzione (60 solo in Italia, secondo
le stime della Corte dei Conti) e tutti i danni indiretti che ne derivano.
Europol ha contato circa 3.600 organizzazioni criminali internazionali operanti
nell’UE nel 2013, costituite per il 70% da soggetti provenienti da paesi
diversi. Dati allarmanti che hanno finalmente spinto l’Europa a muoversi
compatta.
“Il
rapporto è il risultato di un anno e mezzo di duro lavoro – ha dichiarato
l’europarlamentare Rita Borsellino, sorella di Paolo ucciso nel ’92 da Cosa
nostra - Mi ritengo soddisfatta ma si
tratta solo di un primo passo. È lungo il cammino per diffondere in Europa il
principio di legalità e il fatto che crimine, corruzione e riciclaggio toccano
tutta la Ue. Bisogna rendere pubblico il primo rapporto della Ue sulla
corruzione. Gravi sono, da questo punto di vista, i ritardi”.
Tra le
varie misure previste dalla risoluzione c’è anche la creazione di una procura
europea per coordinare le indagini nazionali e la lotta contro i crimini che
ledono gli interessi finanziari dell’Unione, l’abolizione del segreto bancario
e dei paradisi fiscali in Europa e il riutilizzo dei beni confiscati alla
criminalità organizzata per fini sociali. In merito a quest’ultimo punto l’
Italia può non sentirsi da meno: grazie alla petizione promossa nel 1996 da
Libera e sottoscritta da oltre 1 milione di italiani, oggi nel nostro Paese
possiamo vantare una legge sull’uso sociale dei beni confiscati.
Ma per
una battaglia vinta ce ne sono tante ancora da affrontare a fianco di Libera e
del Gruppo Abele. La prossima: quella contro la #corruzione che ogni giorno
corrode speranze e futuro.
FIRMA contro la corruzione
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Fonte: www.riparteilfuturo.it 25Ottobre 2013
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