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venerdì 25 ottobre 2013

PIANO D'AZIONE UE PER REPRIMERE CRIMINE ORGANIZZATO, CORRUZIONE E RICICLAGGIO DI DENARO



PIANO D'AZIONE  UE  PER REPRIMERE CRIMINE ORGANIZZATO, CORRUZIONE E  RICICLAGGIO DI DENARO 

«C’è la condivisione di un testo innovativo. Avremo una cornice europea di riferimento contro crimine organizzato, corruzione e riciclaggio. Una svolta epocale nella lotta ai sistemi criminali transnazionali», queste le parole con cui Salvatore Iacolino, europarlamentare del Ppe e relatore in seduta plenaria a Strasburgo, ha annunciato l’approvazione di una risoluzione di cruciale importanza per la lotta contro la criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio. Un piano d’azione UE per il periodo 2014-2020 che mira a prendere delle misure comuni per smantellare le attività criminali e le mafie sul territorio europeo. Oltre a introdurre una definizione legale per identificare univocamente queste attività, il piano intende aggredire l’azione mafiosa, recuperare i patrimoni  e spezzare i patti e le connivenze tra mafie, colletti bianchi, istituzioni, realtà finanziarie e imprese: in una parola combattere la corruzione come principale viatico delle mafie.


L’Europa fa dunque fronte comune sull’importanza di ostacolare quei sistemi criminali che minacciano la democrazia e frenano la crescita dell’economia e dell’occupazione. La stessa cosa purtroppo non si può dire per il nostro Parlamento, dove in questi giorni si è faticato persino a trovare accordo sull’elezione del Presidente della Commissione antimafia. Eppure si tratta di un’emergenza di ordine economico, oltre che di ordine istituzionale e sociale: il costo (ipotetico) delle mafie va dai 4 ai 5 punti di PIL solo per l’UE, a cui si aggiungono i miliardi perduti in corruzione (60 solo in Italia, secondo le stime della Corte dei Conti) e tutti i danni indiretti che ne derivano. Europol ha contato circa 3.600 organizzazioni criminali internazionali operanti nell’UE nel 2013, costituite per il 70% da soggetti provenienti da paesi diversi. Dati allarmanti che hanno finalmente spinto l’Europa a muoversi compatta.


“Il rapporto è il risultato di un anno e mezzo di duro lavoro – ha dichiarato l’europarlamentare Rita Borsellino, sorella di Paolo ucciso nel ’92 da Cosa nostra -  Mi ritengo soddisfatta ma si tratta solo di un primo passo. È lungo il cammino per diffondere in Europa il principio di legalità e il fatto che crimine, corruzione e riciclaggio toccano tutta la Ue. Bisogna rendere pubblico il primo rapporto della Ue sulla corruzione. Gravi sono, da questo punto di vista, i ritardi”.


Tra le varie misure previste dalla risoluzione c’è anche la creazione di una procura europea per coordinare le indagini nazionali e la lotta contro i crimini che ledono gli interessi finanziari dell’Unione, l’abolizione del segreto bancario e dei paradisi fiscali in Europa e il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata per fini sociali. In merito a quest’ultimo punto l’ Italia può non sentirsi da meno: grazie alla petizione promossa nel 1996 da Libera e sottoscritta da oltre 1 milione di italiani, oggi nel nostro Paese possiamo vantare una legge sull’uso sociale dei beni confiscati.


Ma per una battaglia vinta ce ne sono tante ancora da affrontare a fianco di Libera e del Gruppo Abele. La prossima: quella contro la #corruzione che ogni giorno corrode speranze e futuro. 
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Fonte: www.riparteilfuturo.it   25Ottobre 2013

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